I   Bronzi.

        Inveramenti delle icone o la scultura di Carlo Improta

 I bronzi di Carlo Improta sono attestazioni: attestazioni di sé e di altro. Essi, innanzitutto, marcano presenze e presentificazioni della matericità, nel suo processo a porsi in essere attraverso il divenire concreto a contatto e a contaminazione con la mano. Il bronzo cosi, dichiara il suo stare non nella staticità, ma nel traslare a nuove condizioni sorprese in movimenti non definiti. E in un accadere osservato e documentato in rinvii alla nuclearità,   alla porosità e alla rugosità fisiologica nei paesaggi di condizione e quindi nel rimpasto; perché sempre il plasmare è il riplasmare, è ritornare a impasti ormai impressi profondamente nella memoria di sé, dirompono e si diramano opportunità di insistenza differenziale sul destino sull’identità in equivoca della coseità, altrimenti altrimenti sfuggente se approcciata in termini analitici e inquisitivi.

Chiaramente, ogni scultore è uno che si specializza nella sensualità di interrogazione della cedevolezza o della durezza di tessuti di superficie e di profondità della materia indagata o anche della capacità di resistenza o delle lesioni provocatorie della stessa. Ma i modi di specializzare questa sensualità sono tanti e nell’organizzare e attivare i singoli e personali modi si giocano complesse partite a scacchi delle relazzionalità col mondo.

Carlo Improta, per parte sua, ha definito il suo modo, che è di vigilanza sulla soggettività, perché l’arroganza dell’Io non scateni la sua aggressività nel voler piegare la rappresentazione del reale e la poiesi stessa entro le maglie di una normatività coattiva. Ma il suo modo è anche e nello stesso tempo estremamente flessibile e collaborativi nei confronti della materialità, del suo epifanizzarsi in drammatica , ma anche oscura tensione. Nel suo veicolare spasmi di turgide, irriducibile meraviglie, nel suo sillabare per condensazioni nucleare.

La materia, intanto, nell’evidenziare il suo dramma di passaggi di vita mostra una sua docilità all’appuntamento con la figuratività ed esattamente con l’antropomorfismo, ovvero con antropocentrismo, almeno secondo l’interpretazione e la testimonianza di Improta.

Il bronzo, cioè, risulta a questo nostro artista disponibile a intrigarsi, evidenziandosi e raccontandosi, nei racconti delle iconologie dell’uomo, quasi che bronzo e uomo sentano un reciproco richiamo ( di plasticità?  Di esternamente, per sottrarre qualche segreto? Di mostrarsi per rinviare ad altro?).

Nel bronzo o, meglio, nella plasticità del bronzo, Carlo Improta è convinto che fluisca o che si possa senza fine inverare anche il simbolismo, insieme con la mitografia più significativa ed essenziale dell’umana esistenza, che si manifesta nelle griglie della figura femminile. Quasi che l’umanità, alle sue origini, ma anche nelle sue proiezioni verso l’avvenire, sia iscritta in filigrana nel tessuto dell’immagine della donna, che si dà e sfugge, per salvaguardare in sé lo stupore di cambiarsi continuamente in altro.

In effetti, i bronzi di Improta non sono che declinazioni di morfologie femminili, che rimembrano a sé e agli altri condizioni antiche, ma, nello stesso tempo, vengono incontro a chi guarda e subito se ne allontanano per ubbidire a una forza che incalza ad andare oltre, a sfidare il tempo. Ma la sfida al tempo da venire e che intanto incombe, non può essere meglio attivata sul terreno della consapevolezza e dell’umana resistenza che su quello del confronto con un tempo già attraversato. Perciò, queste figure femminili, di grandi o piccole proporzioni, veicolano con sé il proprio orgoglio di essere appartenute anche e soprattutto al passato, anche e soprattutto alla Grecia antica, dove le presenze femminili alle processioni e ai riti sacri inceravano metafore e simboli profondi della condizione umana.

 

                                                                               Ugo    Piscopo

 

           

 

                                                                    

 

 

                                        

 

                      

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